Cinque anni dopo il disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio della nave MV Wakashio, 57 uova di geco notturno minore sono state reintrodotte in natura sull’isolotto di Ilot Vacoas, a Mauritius.
Una storia che inizia nel 2020, quando il Durrell Wildlife Conservation Trust avviò una missione di emergenza per mettere in salvo specie minacciate dopo il versamento di 1.000 tonnellate di petrolio lungo la costa. Tra gli animali trasferiti allo zoo di Jersey, nel Regno Unito, c’erano anche 30 esemplari di Nactus serpensinsula, un raro rettile endemico presente solo su quattro isolotti al largo di Mauritius.
«Dopo cinque anni di impegno, portare queste uova dall’altra parte del mondo e ottenere un risultato così è davvero fenomenale», ha dichiarato il dott. Nik Cole di Durrell. Per un lustro i gechi sono stati curati in cattività e hanno formato una “popolazione di sicurezza”. Nel 2024, 57 uova sono state incubate e preparate per il ritorno. A gennaio 2025, in collaborazione con la Mauritian Wildlife Foundation e il National Parks and Conservation Service, sono state depositate a Ilot Vacoas in speciali contenitori protettivi. L’88% si è schiuso con successo.
«Ogni individuo è sopravvissuto e si è riprodotto con successo», ha spiegato Matt Goetz, curatore di erpetologia dello zoo. L’Università di Cardiff ha confermato che questi esemplari hanno preservato una diversità genetica preziosa, danneggiata invece nella popolazione selvatica dopo il disastro. L’organizzazione britannica prevede ora di ripetere la reintroduzione su base annuale per consolidare il recupero della specie.
L’operazione fa parte del Mauritius Island Restoration Programme, che unisce sforzi locali e internazionali per salvaguardare la biodiversità. In un’isola tristemente nota per l’estinzione del dodo, questo progetto dimostra che un futuro diverso è possibile.
