Estinzione andata e ritorno, ecco la Partula che ce l’ha fatta

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È lunga appena due centimetri, vive nella Polinesia francese e da oggi non è più estinta in natura. È stato Paul Pearce-Kelly, curatore senior di invertebrati e pesci dello Zoo di Londra e coordinatore della spedizione in natura, a trovare l’unico esemplare non contrassegnato tra i 6.000 esemplari di lumaca Partula reintrodotte in natura quest’anno. Si tratta della prova della prima riproduzione avvenuta con successo in natura, in dieci anni di rilasci. Una scoperta epocale, che può dare avvio al declassamento della Partula tohiveana da “Estinta” a “In pericolo critico” per la Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Vittima di specie aliene invasive che avevano portato non solo alla sua scomparsa, ma a quella di molte altre specie di Partula in tutta la regione. 

Dieci tra specie e sottospecie di lumache tropicali, nate e allevate allo zoo di Londra, alla Bristol Zoological Society, alla Detroit Zoological Society, alla Marwell Wildlife, alla Royal Zoological Society of Scotland, allo zoo di Saint Louis, allo zoo della contea di Sedgwick, allo zoo di Woodland Park e allo zoo di Schwerin, poco meno di un mese fa hanno percorso più di 15.000 chilometri fino a raggiungere Tahiti. Da lì in due giorni sono sbarcate sulle isole di Moorea e Huahine, rendendosi protagoniste del più grande rilascio avvenuto finora nell’ambito di un progetto quarantennale, gestito da un team internazionale in cui figura lo specialista di molluschi Justin Gerlach di Peterhouse, dell’Università di Cambridge. Sulle loro isole originarie le lumache sono state contate e contrassegnate con un punto di vernice riflettente luce UV gialla. Un escamotage che ha consentito ai ricercatori di riconoscerle sotto le torce UV che le illuminano di notte, proprio quando sono più attive. 

“Sebbene piccole – spiega Pearce-Kelly – queste lumache hanno un grande valore culturale, scientifico e di conservazione. Le Partula hanno sempre fatto parte del ricco patrimonio culturale della Polinesia e svolgono un ruolo importante nella salute ecologica di questi habitat insulari. Si nutrono di tessuti vegetali in decomposizione e di funghi, svolgendo un ruolo importante nel mantenimento della salute della foresta. È un potente esempio di come gli zoo di conservazione possano combattere la perdita di biodiversità. In un momento in cui la natura affronta sfide senza precedenti, queste piccole lumache sono un simbolo di speranza per la fauna selvatica globale”. 

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