Il Tiergarten di Norimberga ha annunciato di aver soppresso dodici babbuini di Guinea. La decisione, comunicata ufficialmente dallo zoo, è stata definita “dolorosa ma necessaria” a causa del sovraffollamento del gruppo e dell’assenza di strutture disposte ad accoglierli. La reazione è stata immediata: attivisti per i diritti degli animali e associazioni ambientaliste hanno protestato duramente, scatenando un’ondata di indignazione pubblica.
Secondo quanto riportato da diversi organi di stampa nazionali e internazionali, si sono svolte davanti allo zoo alcune manifestazioni, durante le quali molte sigle animaliste hanno denunciato la scelta come “inaccettabile” e “disumana”. Sui social media si sono moltiplicati i messaggi di condanna e le richieste di maggiore trasparenza.
“Siamo consapevoli che questa decisione possa risultare difficile da comprendere per molte persone, e che possa generare irritazione, dispiacere o rabbia.”
– Tiergarten Nürnberg
Perché l’eutanasia
Lo zoo spiega che la colonia aveva superato i 40 esemplari (43, per la precisione), mentre la struttura attuale è adatta a non più di 25 animali adulti. Questo ha causato conflitti sempre più violenti, che hanno messo a rischio il benessere dell’intero gruppo.
Nonostante anni di tentativi di ricollocazione, contatti con rifugi, zoo e santuari in quattro Paesi, nessuna proposta concreta è mai arrivata. Le autorità veterinarie, ambientali e i coordinatori del programma EEP per la conservazione delle specie hanno approvato la soppressione come ultima risorsa.
Il caso WAMS e la mancanza di risposte
Molti attivisti avevano segnalato il Wales Ape and Monkey Sanctuary come alternativa. Tuttavia, secondo il Tiergarten, il WAMS non ha mai fornito le informazioni richieste e il suo direttore avrebbe definito “offensive” le domande poste, rifiutandosi di compilarle.
Anche altre strutture – tra cui rifugi in India, Slovenia e Austria – non hanno rispettato i criteri minimi richiesti per un trasferimento adatto alla specie, come spazio sufficiente, autorizzazioni e conoscenze specifiche.
Sterilizzazione e reintroduzione escluse
L’eutanasia, afferma lo zoo, è stata preceduta da tentativi falliti di sterilizzazione reversibile, che avevano causato infertilità permanente in alcune femmine. Un rilascio in natura non è praticabile, perché non esistono habitat sicuri nei Paesi d’origine dei babbuini di questa specie, e non è attualmente attivo alcun progetto di reintroduzione da parte della IUCN.
Una comunicazione difficile
La chiusura dello zoo per motivi di sicurezza, necessaria per eseguire le soppressioni, non è stata annunciata con preavviso, e questo ha ulteriormente alimentato la rabbia di molti. Lo zoo ha affermato di aver cercato di informare il pubblico il più rapidamente possibile, e ha offerto il rimborso dei biglietti acquistati.
“Chiediamo comprensione e ci scusiamo per i disagi causati. A partire da mercoledì 30 luglio, il Tiergarten sarà nuovamente aperto regolarmente.”
Proteste in corso, zoo sotto pressione
Le proteste degli attivisti non sembrano destinate a placarsi. Alcuni gruppi chiedono un’inchiesta pubblica, altri sollecitano cambiamenti normativi per impedire che episodi simili si ripetano in futuro. Il Tiergarten ha pubblicato un comunicato stampa ufficiale e un FAQ online, in cui cerca di rispondere punto per punto alle accuse.
Nel frattempo, lo zoo ribadisce la sua posizione: l’eutanasia è stata un’azione estrema, decisa solo per garantire il benessere degli animali rimanenti e la sopravvivenza della specie in un contesto controllato.