Il Fota Wildlife Park, uno dei principali parchi zoologici d’Irlanda, situato nella contea di Cork, ha confermato la chiusura temporanea al pubblico per un periodo minimo di tre settimane, a seguito dell’attuale emergenza nazionale di influenza aviaria. La decisione, comunicata ufficialmente dalla direzione, è stata presa in collaborazione con il Department of Agriculture, Food and the Marine (DAFM) e fa parte di un piano di contenimento e prevenzione volto a proteggere la popolazione aviaria del parco.
Dodici casi confermati e abbattimento di 73 uccelli
Dall’inizio dell’epidemia, sono stati confermati 12 casi di influenza aviaria legati al parco. È importante sottolineare che la maggior parte dei casi positivi riguarda oche selvatiche grigie (Greylag Goose) non appartenenti alla collezione del Fota Wildlife Park, ma parte della fauna migratoria che frequenta le aree umide adiacenti. Il contagio, come dichiarato dal parco, “ha avuto origine dalle popolazioni di uccelli selvatici”.
L’infezione si sarebbe dunque introdotta dall’esterno, attraverso contatto o contaminazione ambientale da parte di uccelli selvatici infetti, e ha successivamente coinvolto alcuni esemplari ospitati all’interno del parco. Per contenere il rischio di diffusione e salvaguardare le altre specie, la direzione ha dovuto prendere la difficile decisione di sopprimere 73 uccelli, appartenenti a specie non in pericolo di estinzione. La misura è stata definita “necessaria” e attuata nel pieno rispetto degli standard di benessere animale, al fine di contenere la trasmissione della malattia e tutelare la salute degli esemplari rimasti.
Secondo quanto riportato dall’Irish Examiner, undici delle dodici positività confermate riguardano oche selvatiche grigie risultate positive al ceppo H5N1 del virus. Il parco stesso ha riconosciuto, in un comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale (fotawildlife.ie), che “una parte della popolazione di oche selvatiche del parco è stata soppressa” come misura di contenimento. Anche The Irish Times ha confermato che i test condotti su oche selvatiche ritrovate decedute presso il parco hanno rilevato la presenza dell’influenza aviaria H5N1. Al momento non è stato diffuso un elenco completo delle specie colpite o abbattute, ma tutte le informazioni disponibili indicano che le oche selvatiche esterne siano state le principali vittime dell’epidemia e la fonte primaria del contagio.
Misure di biosicurezza e isolamento
Parallelamente, il Fota Wildlife Park ha avviato un ampio piano di biosicurezza e mitigazione del rischio, concordato con le autorità irlandesi. Le principali azioni comprendono l’isolamento degli uccelli presenti nel parco dal contatto con la fauna selvatica, la costruzione di aviari temporanei per ospitare le specie più a rischio e la vaccinazione con test regolari per monitorare l’eventuale presenza del virus. Attualmente 83 uccelli sono stati separati dalla popolazione selvatica e ospitati in strutture temporanee. Tutti risultano vaccinati e negativi ai test per l’influenza aviaria, ma continueranno a essere monitorati costantemente in collaborazione con il DAFM.
Cura degli animali e attività di conservazione
Sebbene i cancelli del parco rimangano chiusi al pubblico, la direzione ha assicurato che la cura quotidiana degli animali prosegue senza interruzioni. I team di biologi e veterinari continuano a lavorare ai programmi di allevamento e conservazione per specie rare e minacciate, pilastro dell’attività del Fota Wildlife Park da oltre quarant’anni. La direttrice Aileen Tennant ha sottolineato la gravità della situazione, ricordando che l’origine dell’epidemia risale alle popolazioni di uccelli selvatici migratori.
“Questa è una crisi molto seria che richiede un impegno coordinato da parte di tutte le strutture che si occupano di avifauna”, ha dichiarato Tennant. “Fota Wildlife Park è pienamente impegnato nel mantenere misure di biosicurezza rigorose e nel proteggere gli uccelli sotto la nostra responsabilità”.
Le conseguenze economiche
Oltre all’impatto sugli animali, la chiusura forzata sta provocando pesanti perdite economiche. Il parco, che normalmente accoglie migliaia di visitatori ogni settimana, sostiene spese operative di circa 120.000 euro a settimana, tra alimentazione, cure veterinarie, manutenzione e personale. L’assenza di visitatori comporta un calo stimato di 320.000 euro al mese in termini di entrate, senza contare le perdite aggiuntive legate agli abbonamenti annuali, alle vendite al dettaglio, ai buoni regalo e ai servizi di ristorazione interna. Nonostante queste difficoltà, la direttrice ha ribadito che la priorità assoluta rimane il benessere degli animali:
“Il nostro lavoro di conservazione e cura non può essere sospeso solo perché le porte del parco sono chiuse”, ha affermato Tennant. “Chiediamo al pubblico di continuare a sostenerci in questo momento difficile”.
Appello al pubblico
Il Fota Wildlife Park ha lanciato un appello alla popolazione per continuare a sostenere il parco attraverso donazioni dirette o programmi di sponsorizzazione di animali.
“Il supporto del pubblico è sempre stato il cuore di questo parco – ha concluso Tennant –. Oggi, mentre restiamo chiusi per proteggere la nostra fauna, chiediamo di aiutarci in un modo diverso: con un contributo che ci permetta di garantire la cura e la sopravvivenza delle nostre specie”. Ulteriori aggiornamenti sulla riapertura saranno forniti dopo la rivalutazione prevista tra tre settimane, in base all’evoluzione della situazione nazionale dell’influenza aviaria.
