Pancho, Lara e Shanny costituiscono l’unico gruppo riproduttivo di rinoceronte bianco d’Italia. Vivono a Le Cornelle e sono stati protagonisti della prima inseminazione artificiale avvenuta nel nostro Paese per questa specie, che sopravvive in natura con poco più di 10mila individui maturi.
“A differenza della fecondazione assistita che prevede la creazione dell’embrione in laboratorio prima dell’impianto – spiega lo zoo bergamasco in una nota – l’inseminazione artificiale avviene direttamente nel corpo della femmina, previo trattamento ormonale e sincronizzazione degli estri. Il seme del maschio, raccolto mediante elettroeiaculazione in sedazione, è stato introdotto direttamente nell’utero delle femmine, anch’esse sedate”. Un’operazione avviata sin da ottobre dello scorso anno, quando i medici veterinari sottoposero gli animali a tutti i controlli necessari per verificare la salute del loro apparato riproduttivo. “Inizialmente – fa sapere lo staff de Le Cornelle – l’approccio scelto è stato quello di favorire l’accoppiamento naturale, monitorando regolarmente i periodi di estro e gli accoppiamenti. Abbiamo anche raccolto 96 provette contenenti il seme del rinoceronte maschio, per procedere con l’intervento di inseminazione artificiale nel caso in cui fosse stato necessario”. Detto, fatto: l’intervento è stato realizzato dal team del Parco Le Cornelle composto dal Direttore Sanitario Manuel Morici e dalle Dott.sse Matilde Saini e Marta Bonfanti, in collaborazione con il Dott. Robert Hermes (dell’organizzazione CARES, Conservation & Assisted Reproduction in Endangered Species). Per la portata del progetto, hanno preso parte anche lo specialista in Medicina degli Animali da Zoo, dott. Pietro Laricchiuta e la prof.ssa Patrizia Ponzio, esperta in riproduzione animale dell’Università di Torino.




“D’ora in poi – concludono dal Parco – il team monitorerà attentamente le femmine effettuando prelievi ematici settimanali per misurare i livelli di progesterone e verificare l’eventuale instaurazione della gravidanza. Entro 8-10 settimane, un’ecografia di controllo permetterà di valutare la presenza e la salute dell’embrione. Qualora l’operazione non andasse a buon fine, il team tenterà una nuova inseminazione utilizzando anche il seme congelato del maschio, conservato in contenitori di azoto liquido per garantire ulteriori tentativi”.