“Ci sono notizie che non vorremmo mai dare”. Inizia così l’annuncio della morte di Elani, femmina di okapi, da parte dello staff del Parco Zoo Falconara. Unica femmina riproduttiva d’Italia, Elani faceva coppia fissa con Dayo ed era diventata mamma per la seconda nell’aprile dello scorso anno. Un esemplare molto conosciuto poiché – con il suo arrivo nel 2018 – decretò il ritorno in Italia di una specie che mancava da 60 anni. Classificato come “minacciato” di estinzione dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, l’okapi è conosciuto come la “giraffa di foresta”, originaoia della Repubblica Democratica del Congo.
“Le cause della sua scomparsa – specifica lo zoo marchigiano in una nota – sono dovute a un’ostruzione intestinale provocata da un fecaloma. Inizialmente Elani aveva manifestato i sintomi tipici di una colica gastrointestinale. La nostra equipe veterinaria è intervenuta immediatamente, adottando terapie di supporto mirate e consultando specialisti europei esperti in okapi. Sono stati coinvolti anche veterinari specializzati in ruminanti e grandi animali, che ci hanno affiancato nel monitoraggio accurato delle sue condizioni. In collaborazione con il reparto di Anestesia e Chirurgia avanzata dell’Ospedale Veterinario dell’Università di Lodi, si è deciso di proseguire con le cure, poiché Elani mostrava segni di miglioramento. Tuttavia, improvvisamente, la situazione è precipitata, rendendo necessario il trasferimento d’urgenza presso la clinica dell’Ateneo milanese. Durante il ricovero, sono stati eseguiti esami approfonditi ed una laparotomia esplorativa, che ha evidenziato la presenza di un fecaloma e di una torsione intestinale, risolti chirurgicamente. È stato fatto tutto il possibile, ma nonostante gli sforzi, Elani non è riuscita a vincere la sua battaglia”.
Restano dunque in Italia papà Dayo e Vittoria, poco più di un anno, sorella di quel primo Italo (in onore di Italo Palanca, che nel 1968 aprì il Parco Zoo Falconara) che venne trasferito allo zoo di Berlino nel 2023. Una perdita importante per il programma europeo delle specie minacciate (EAZA Ex situ Programme), a fronte di un declino in natura che tra il 1993 e il 2007 ha registrato perdite per il 43% degli esemplari.