Quando la guerra ha travolto Donetsk, Aysa è stata abbandonata nel suo reparto di uno zoo privato. Presa in carico da alcuni volontari, è iniziata la sua odissea. Che l’ha portata prima a Kiev, dove ha partorito 3 cuccioli in ottima salute; poi in Polonia, allo zoo di Poznan per nove mesi. Fino alla partenza per il Regno Unito insieme ai suoi piccoli, con destinazione permanente Yorkshire Wildlife Park.
“I piccoli – spiega lo staff del parco inglese, andato in soccorso della struttura polacca con una raccolta fondi della Wildlife Foundation per provvedere al lungo viaggio di 3.200 chilometri – da rannicchiati in un angolo nel loro rifugio in Polonia, sono diventati tre leoni orgogliosi e sicuri di loro stessi”. Giunti nello Yorkshire a marzo, insieme alla loro mamma hanno accettato in fretta il nuovo ambiente i nuovi keeper. “Sono riusciti ad adattarsi e a lasciare andare le loro paure in tempi anche più rapidi di quello che pensavamo. Ora Emi, Santa e Teddy – sottolinea Colin Northcott, vice capo della sezione carnivori – hanno quasi due anni e stanno migliorando costantemente in forza e salute, grazie anche ai quasi tre ettari che hanno a disposizione. È Teddy, nonostante sia maschio, quello che ha impiegato forse un pò di più. Emi invece si sente al sicuro quando si trova tra i suoi fratelli mentre Santa è la più coraggiosa. La loro mamma? Sembra sia sempre vissuta con noi”.
Una storia a lieto fine, quella di questa famiglia che appartiene ad una specie “vulnerabile” di estinzione secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, della quale si stimano sopravvivere circa 23mila esemplari in costante declino. Il leone è il carnivoro che ha subito la più drastica riduzione di habitat in assoluto, basti pensare che un tempo occupava un areale globale che toccava anche l’Europa. Oggi sopravvive solo in Africa sub-sahariana e nel sud-ovest dell’Asia, dalla quale però è quasi scomparso negli ultimi 150 anni.





