Era nato l’11 maggio 2011 a Le Cornelle ma un tumore alla milza l’ha portato via nella giornata di ieri. Se n’è andato Romeo, la tigre siberiana che ha trascorso tutta la vita nel parco zoologico di Valbrembo (BG). Lo annuncia il parco stesso in un post sui social, specificando che l’esemplare tredicenne si è addormentato con la compagnia dei keeper che per tanti anni si sono occupati di lui.
Unanimi le migliaia di reazioni di dispiacere degli utenti nel ripercorrere la sua storia e decine i commenti di chi è riuscito a vederlo per un’ultima volta.
“Già qualche mese – specifica la nota dello staff – fa l’inaspettata diagnosi: un tumore alla milza diffuso anche al resto dell’organismo. Ma Romeo ce l’aveva fatta, era stato operato con successo presso l’Università di Milano e si era ripreso molto bene. Purtroppo però non era finita: alcuni giorni fa Romeo ha cominciato a mostrare segni di malessere, subito è stato sottoposto ad accertamenti medici che hanno confermato che il tumore non era stato debellato e si era diffuso a tutto l’organismo”.
Romeo apparteneva alla più grande delle cinque sottospecie di tigre tuttora esistenti, classificata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura come “minacciata” di estinzione. Sopravvivo infatti meno di 500 individui nella parte più orientale della Russia, e sono ancora meno le tigri presenti sul confine con la Cina. Negli anni ’40, la tigre siberiana (o tigre dell’Amur, in riferimento al fiume che bagna il suo areale) era sull’orlo dell’estinzione, con meno di 50 individui ancora viventi in natura. Poi nel 1947 la Russia ha illegale la caccia alla tigre, risollevando così lo status di conservazione di questa specie. La caccia illegale rimane comunque ancora una delle principali minacce per la sopravvivenza delle tigri dell’Amur in quanto è ancora alto il commercio della pelle, le ossa, la carne e altre parti del corpo che vengono utilizzate nella medicina tradizionale.